E’ una linguaccia, una smorfia, una risata.
Perché abbiamo pianto troppo, e adesso vogliamo ridere e tirare fuori la lingua.
Ci hanno insegnato a mandare giù il rospo, a restare in silenzio, a non dire troppo. A tenere la bocca chiusa. Dobbiamo stare composte, e quando qualcuno ci ferisce, porgere l’altra guancia. Dobbiamo piegare i calzini, mettere via la gonna troppo corta, sopportare la mano del capo sul culo, portare i figli a scuola, ignorare gli insulti mentre prendiamo per mano la nostra compagna per strada, scopare meno, scopare nel modo giusto, non farci pagare per scopare, non abortire, essere una buona madre, lasciar perdere lo schiaffo che ci hanno dato. Di sicuro, siamo noi ad averlo provocato, di sicuro ce la siamo andata a cercare.
Ma dalle nostre visioni, è nata una dea. Ha spalancato la bocca, e ne è uscita una lingua. Fiotti di sputi colorati, sugli aggressori e i molesti, sulle aspettative e le strade già scritte, su: “allora, a quando un bambino”?
Intorno alla bocca ci siamo sentite splendere. Raggi infuocati, accecanti, espressione della nostra potenza e del nostro Sole. Ma anche fulmine, e strade contorte per le nostre vite devianti e fuori norma.
Nel Sole, abbiamo visto anche l’ombra. Il buio e la luce, due facce della stessa medaglia. Il buio della perdita e del lutto, l’ombra della violenza, il vuoto, il silenzio e il dolore. La Dea è raggiante, ma è anche scura, perché non c’è gioia e rivoluzione senza memoria.
Nelle mani ha il pane, la spada, la frutta. Ha l’abbondanza e l’autodifesa, il dono e l’orgoglio, la scarsità e l’abbondanza. La Dea è cura, pericolo, eclisse.
La bocca che ride e che sputa, non è mai sola.
Insieme a lei, ci è apparso un bosco. Sono foglie e rami, tronchi d’albero uno accanto all’altro e tutto intorno. E’ ossigeno che respira con altro ossigeno, è un ecosistema che non vive se non siamo insieme, è una foresta di sorelle e di chiome, di capelli nel vento, nell’acqua, nel fuoco. Nel bosco, ci guardiamo le spalle a vicenda. E chi viene troppo vicino, quando abbiamo detto no, meglio cominci a tremare. La Dea è coda di scorpione, e la sua punta è avvelenata.
La Dea è indecorosa, sconcia-giochi e puttana, la Dea è frocia e favolosa, la Dea non ama scopare e ama scopare con tutt, la Dea è lesbica, bisessuale, trans, non binaria, aspec, intersex,eterosessuale, la Dea è migrante e razializzata, la Dea parla sempre, a proposito, a sproposito, per gioco o per soppravivenza.
Sputiamo su Hegel e sui maschi che ci spiegano le cose. Sputiamo sui salari da fame, su 4 lavori per 600 euro al mese. Sputiamo sul multitasking. Sputiamo sugli stupri e sulle botte, sputiamo sugli aggressori. Sputiamo sui fascisti e sui pestaggi fuori dalle scuole. Sputiamo sugli anti-abortisti dentro e fuori i palazzi del potere. Sputiamo sull’omofobia, la lesbofobia, la transfobia, la bifobia, l’interfobia, l’afobia. Sputiamo sui confini e sui morti in mare, che non sarebbero dovuti morire. Sputiamo sul 41 bis e le prigioni. Sputiamo sulla Nazione, sulla Patria, su Dio e la Famiglia.
Sputiamo per la nostra liberazione.
Tremate, la Dea-S-Puta è nata, tremate, perchè la S-Puta siamo tutte!