Ringraziamo tutte le 5000 persone che l’8 marzo a Firenze hanno dato vita allo sciopero globale transfemminista!
Ringraziamo tutte le collettive, associazioni e gruppi che hanno voluto intrecciare con amore e rabbia le lotte, dalla speculazione al disarmo, dal sex work alla rivoluzione trans*, dall’ecologia al mondo della formazione, dal lavoro alla Palestina: Salviamo Firenze, Ombre rosse, Gat, Firenze per la Palestina, Sanitari per Gaza, Campeggia Trans, Assemblea precaria, Studenti di Sinistra, la Monamurga, Fridays for future, il Melograno, Argentina no se vende, CUB sanitá, Antitesi, SAF, il coro Ribelli in cor. In fondo all’articolo potrete trovare i numerosi interventi di questa favolosa piazza.
Ringraziamo tutte le incredibili dj che ci hanno fatto ballare e sognare, because the night, belongs to lovers! Kenya DJ, Malamurga, Freddy LRG e la nostra mitica Dj Leblond.
Anche quest’anno, per il nono anno consecutivo, l’8 marzo è stato sciopero globale femminista! Quest’anno più che mai, con rabbia e determinazione, abbiamo incrociato le braccia: interrompendo i nostri lavori spesso sottopagati, sfruttati e precari, ci sottraiamo al lavoro di cura che ogni giorno regge i nostri contesti affettivi ed è per la maggior parte invisibile, scegliamo di uscire dalle nostre case per vivere la vita che vorremmo: in piazza con le nostre sorelle, convinte che un mondo diverso sia possibile e che abbiamo bisogno di costruirlo adesso!
Si agitano venti di guerra: l’Europa chiama al riarmo e alla conversione bellica, le popolazioni martoriate nei conflitti diventano merce di scambio nelle mani delle potenze internazionali, la guerra imperversa dall’Ucraina al Sudan, il genocidio in Palestina continua incessante, perché la tregua è solo un pallido diversivo.
In tutto il mondo l’estrema destra è arrivata al potere legata a doppio filo ai movimenti pro life, ovvero anti-scelta, che hanno condotto sui nostri corpi una battaglia per restaurare un ordine naturale delle cose: ovvero il patriarcato, sempre più violento, fondato sulla nostra subordinazione, dove ogni percorso di autonomia e libertà sia individuale che collettivo è sotto attacco.
Abbiamo assistito a questa escalation bellica e conservatrice atterrite dalla paura, spesso senza parole, ma anche sempre più furiose.
Lo abbiamo fatto mentre qualsiasi forma di welfare e servizi si dirada, mentre il neoliberismo deruba le nostre vite e i nostri sogni, e noi ci ritroviamo sempre più povere, sempre più impegnate in una lotta per la sopravvivenza che ci vuole isolate, incattivite e in costante competizione. Mentre una donna su tre fa esperienza di violenza nella sua vita, e oltre 100 muoiono per femminicidio ogni anno, una donna su cinque non ha il conto corrente. L’unico modo per uscire dalla violenza è avere l’autonomia economica, ovvero poter avere a disposizione i soldi, una casa e delle reti sociali per liberarsi del rapporto con il maltrattante.
Non abbiamo intenzione di arrenderci allo stato di cose presenti. Non abbiamo intenzione di cedere il passo a chi pensa di contare sul nostro silenzio e sulla nostra distruzione.
Agli imperi della morte e della restaurazione rispondiamo con la gioia feroce della rivoluzione femminista.
Allo smantellamento della sanità pubblica, dei diritti delle persone trans, del diritto di aborto, rispondiamo che il diritto alla salute dev’essere per tutte, per tutti e per tutt!
A chi vuole ridurci a due generi, a due modelli biologici immutabili, rispondiamo con la potenza della nostra fantasia nell’inventare la vita che vogliamo, senza chiedere il diritto per farlo a nessuno.
A chi continuamente sminuisce e dimentica l’enorme lavoro di cura che è necessario per la riproduzione della vita, nostra e delle persone care, rispondiamo che se ci fermiamo noi la terra trema!
A chi con le parole e con i fatti rende la vita dei genitori, gay lesbiche e trans, un inferno, rispondiamo che possono provare a chiamarci reato universale, possono costringerci ad infiniti ostacoli e dolorosissimi sotterfugi per sopravvivere, ma la bellezza e la potenza delle nuove forme di famiglie sarà sempre più grande e più forte!
Alla solitudine di vite sempre più precarie, ai diritti sul lavoro che mancano, alla produttività che ci toglie l’aria e l’allegria, rispondiamo che il lavoro dev’essere degno, che le paghe devono essere degne, e che insieme al lavoro abbiamo altrettanto diritto all’ozio!
A chi gioca sulla cancellazione delle nostre vite rispondiamo che siamo e saremo gramigna: l’erba che rompe il cemento, che si moltiplica e diffonde, che arriva anche dove l’uomo ha provato ad essere unico protagonista.
Al presidente Giorgia Meloni, a Trump, a Netanyahu, a Orban, a Putin, a Milei, rispondiamo che nessun attacco alle nostre esistenze sarà mai abbastanza feroce da zittirci.
Con tutta la nostra rabbia, la nostra gioia e la nostra potenza, ecco il nostro sciopero globale e femminista!
Riportiamo di seguito i nostri interventi nella giornata dell’8 marzo:
- VOGLIAMO L’ABORTO LIBERO E GARANTITO!
- SORELLA NON SEI SOLA!
- SCIOPERIAMO DAL LAVORO PRODUTTIVO E RIPRODUTTIVO
- IL NOSTRO RITO DI SORELLANZA
- CHE BOMBA!
Riportiamo inoltre tutti i contributi che ci sono pervenuti dalle varie realtà che hanno preso parola in piazza:
- Ombre rosse “La criminalizzazione del lavoro sessuale come strumento del patriarcato capitalista razziale”
- Gat “Lottiamo tuttx per un transfemminismo intersezionale”
- Studenti di Sinistra “Contro la violenza patriarcale nell’università”
- Assemblea precaria “No alla precarietà nell’università“
- Fridays for future “Fridays for a Transfeminist Future”
- Argentina no se vende “No pasaran!”
- Salviamo Firenze “Rivendichiamo una città non oppressiva e non repressiva”
- Campeggia Trans “La libertà di disporre dei nostri corpi“
- Ribelli in cor “Cancion sin miedo”