1 Maggio Transfemminista Fronterizas

#PrimomaggioTransfemministafronterizas

NON TORNEREMO ALLA NORMALITÀ PERCHÉ LA NORMALITÀ ERA IL PROBLEMA

Per una società senza sfruttamento, senza sessismo, senza patriarcato

Per il Primo maggio noi transfemministe, lavoratrici precarie e atipiche, insegnanti, lavoratrici domestiche, della cura e disoccupate torniamo ad urlare ancora più forte la nostra rabbia e la nostra voglia di cambiamento.

La pandemia ha evidenziato le contraddizioni di una società capitalista e patriarcale e questo rende più urgente e necessaria la ribellione: oggi ancora di più c’è bisogno di Primo Maggio e di riappropriarsi non di una giornata di festa, ma di un giorno di lotta.

Sappiamo che pagheremo noi, donne e persone LGBTQI+, il prezzo più alto di questa crisi pandemica, come ogni volta che il welfare e il sistema sanitario collassano.

Nei magazzini logistici senza protezione, nelle case di cura e negli ospedali mettendo a rischio la nostra vita ogni giorno, a casa a barcamenarci tra il lavoro “smart” e quello domestico e di cura: siamo noi le lavoratrici informali, le migranti delle mense, delle pulizie, della cura degli anziani, le cassiere e le precarie, le lavoratrici dell’agricoltura che, dopo aver soddisfatto i bisogni primari della società durante la pandemia, verremo di nuovo mandate a casa.

Durante questa crisi pandemica, il carico del lavoro di cura è aumentato. La fase 2, ovvero la riapertura della maggioranza dei posti di lavoro ma non della scuola e delle strutture per l’infanzia, porrà di nuovo – soprattutto per le donne – il problema di dividersi tra lavoro di cura e lavoro salariato.

Ma soprattutto non vogliamo che il futuro assomigli a questo presente e ci rifiutiamo di ritornare alla “normalità”, la cui insostenibilità si rivela oggi, mentre affrontiamo la crisi pandemica che ha travolto tutto.

Infine, ricordiamo che il sessismo e’ presente e radicato nelle nostre vite, nei nostri luoghi di lavoro dove le donne sono soggette a discriminazioni e molestie, e nei nostri spazi, quelli di tutti giorni, delle nostre famiglie e dei nostri luoghi di militanza. Non possiamo ignorare l’episodio sessista che ha coinvolto una nostra compagna proprio all’interno di un sindacato, non possiamo fare a meno di ribadire che il nostro primo maggio non debba limitarsi ad includere proclami antissessisti ma radicarsi profondamente nelle pratiche dei nostri movimenti.

Mettiamo in pratica l’insegnamento femminista del partire da sé: è dalla nostra indignazione, frustrazione, paura e rabbia, dalla sofferenza psichica che questo momento genera, che ci muoveremo per lottare.

In questa giornata non siamo una voce isolata, ma un coro che si fa sempre più assordante. Per la prima volta a livello mondiale viene organizzato un Primo Maggio Femminista Transnazionale grazie al coordinamento di moltissimi collettivi e movimenti femministi, transfemministi e antipatriarcali di tutto il mondo. In tutta la giornata la rete sarà attraversata da eventi, iniziative, assemblee, flashmob.

Rivendichiamo la solidarietà femminista come strumento per cambiare il mondo. Nelle piazze, nelle case, nei luoghi di lavoro, ovunque!

LA RIVOLUZIONE SARÀ FEMMINISTA, O NON SARÀ!

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