E’ il punto zero (della rivoluzione femminista?). Il mondo che verrà sarà inevitabilmente un mondo nuovo.
Siamo di fronte da un lato ai corpi, con la loro estrema vulnerabilità, la malattia e il lutto; dall’altro all’assenza totale di corpi e di contatti. Siamo costrette a lavorare a costo della nostra salute, oppure viviamo le pesanti conseguenze economiche dell’”emergenza”facendo lavori precari, in nero, intermi
ttenti. Dobbiamo stare a casa, anche quando la casa è il luogo più pericoloso che possiamo vivere, o quando una casa non ce l’abbiamo.
La pandemia segna un prima e un dopo. Non torneremo alla normalità, perchè la normalità era il problema
A noi a volte mancano le parole, per questo abbiamo bisogno di trovarle insieme
#restoacasama
Costruire il mondo che verrà riguarda – anche – noi.
Il primo passo è immaginarlo insieme