Appuntamenti verso lo sciopero dell’8Marzo 2021

VERSO lo SCIOPERO dell'”8 MARZO
????Essenziale è il nostro sciopero
Essenziale la nostra lotta????
????E per te cos’è Essenziale?
Raccontacelo scrivendo a nonunadimenofirenze@gmail.com o in Pagina o su Instagram: nonunadimeno_Firenze????
????Date di percorso e avvicinamento allo Sciopero:
????13Febbraio presidio a Prato davanti Pan caffè “Lo stupratore sei tu”
????20Febbraio mattina partecipazione alla catena umana contro la chiusura della Makarenko scuola infanzia 0/6
Pomeriggio corteo al supermercato Coop contro l’Iva al 22% sugli assorbenti
????26Febbraio conferenza stampa lancio sciopero #8marzo
????27Febbraio ore 14,30 in Piazza Santissima Annunziata Assemblea pubblica verso #8marzo
????6Marzo ore 14,30 in.piazza Santissima Annunziata Assemblea *partiamo da noi essenziale è il nostro sciopero*
Focus sul lavoro
????8Marzo ci troviamo dalle 14,30 in Piazza Santissima Annunziata ????mettiamo al centro ciò che è Essenziale per noi
????????????????????????????????????????????
Potrebbe essere un'immagine raffigurante il seguente testo "NON UNA DI MENO FIRENZE essenziale il nostro sciopero essenziale è la nostra lotta 13 febbraio Presidio cosa di al Pancafè: "Lo stupratore sei E per te essenziale? Raccontalo scrivendo nonunadimenofirenze@gmail.com febbraio 26 febbraio 00 .Annunziata Conferenza Stampa Lancio Supermercato contro Iva sugli assorbenti febbraio 14.30 Ss Annunziat ssemblea pubblica verso #8M H14.30 Ss Annunziata: assemblea "Partiamo noi Essenziale nostro sciopero!" 8 MARZO CI VEDIAMO DALLE 14.30 IN POI IN SS.ANNUNZIATA! NOSTRO PERCORSO AVVICINAMENTO ALLO SCIOPERO GLOBALE FEMMINISTA E TRANSFEMMINISTA"

 

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Verso l’8 marzo Presidio a Prato

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Verso l’8 marzo 2021 Coop Firenze

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COUNTDOWN VERSO L’8 MARZO 2021: CONFERENZA STAMPA

COU CONFERENZA STAMPA IL 26 FEBBRAIO

Il 26 febbraio, in moltissime città, NON UNA DI MENO lancia il countdown verso lo sciopero femminista e transfemminista dell’8 marzo.
Durante il 2020 a perdere il lavoro sono state 444mila persone, di cui il 70% sono donne. Solo nel mese di dicembre, su 101mila persone i cui contratti non sono stati rinnovati o che sono state costrette a licenziarsi, 99mila sono donne, a causa di lavori precari e salari più bassi, e quindi più sacrificabili nell’economia familiare.
La fine del blocco dei licenziamenti, previsto a fine Marzo, fa prospettare una situazione destinata a peggiorare. Tuttavia, di fronte a una perdita di autonomia economica, le donne non hanno smesso di lavorare, perchè sono coloro che si occupano – gratuitamente o in cambio di bassi salari – della cura di anzian* e bambin* e il cui carico di lavoro è aumentato per la Dad.

La centralità assunta dalla riproduzione ha gettato luce sulle condizioni di lavoro nei cosiddetti lavori essenziali, svolti prevalentemente da donne, in gran parte migranti, sottoposte a un’intensificazione di orari di lavoro e turni impossibili.
Il Covid-19 ha reso ancora più evidenti le linee della violenza strutturali. Dall’inizio dell’anno sono tredici le donne uccise, ma i finanziamenti ai centri antiviolenza femministi, fondamentali nei percorsi di fuoriuscita dalla violenza, sono del tutti inadeguati. Mentre il Piano Antiviolenza sta per scadere, la discussione governativa invoca la parità di genere nella gestione del Recovery Plan attraverso l’attuazione di politiche neoliberali e un Family Act che oltre a escludere le persone migranti non tiene conto della divisione sessuale del lavoro.

Le limitazioni e i rischi non hanno impedito la moltiplicazione delle lotte, nei magazzini, nelle scuole, nei multiservizi, e il protagonismo delle donne e delle libere soggettività. La voce di 600 donne e soggettività LGBTIQ+ Precarie, migranti, operaie, maestre, madri, delegate sindacali e sex worker è risuonata forte nella tre giorni di assemblea nazionale online, affermando che lo sciopero non è più rimandabile. Per queste ragioni, Non Una Di Meno chiama uno sciopero femminista e transfemminista: della produzione e della riproduzione, del consumo, sciopero dai ruoli imposti dai generi. Abbiamo chiesto a tutti i sindacati di riconoscere l’urgenza del nostro sciopero e di garantire la copertura sindacale alle lavoratrici e ai lavoratori che vorranno astenersi dal lavoro produttivo. Alcuni hanno già risposto all’appello convocando per l’8M lo sciopero generale. Le donne lottano da mesi nelle fabbriche, nelle scuole, nelle case, lottano in Italia, in Polonia, in Argentina, in Bulgaria, in Georgia e in Cile, e nelle città degli Stati Uniti e in Francia dimostrando, ancora una volta, la necessità di una risposta transnazionale alla violenza strutturale.

Le politiche economiche europee di gestione della crisi ci hanno definite “essenziali” per intensificare il nostro sfruttamento. Noi l’8 marzo dimostreremo che essenziale è la nostra lotta, essenziale è il nostro sciopero.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Presidio a Prato

Crediamo che denunciare la narrazione tossica dello stupro e l’utilizzo di tale atto come mezzo propagandistico per la propria attività sia doveroso e necessario»

Oggi davanti al bar #pancaffè di Prato

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A me ci pensano le mie amiche

A PRATO “A ME CI PENSANO LE MIE AMICHE! Basta silenzio! Lo stupro non si assolve!” In tante e tanti siamo stati davanti al Pancaffe di Marco Camuffo per denunciare che uno stupro è uno stupro e non un inciampo di percorso! e poi nella piazza del Duomo prima di rientrare

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Verso lo sciopero dell’8 marzo 2021

intervento sulla violenza di genere

Riflessione per il tavolo salute dal nodo fiorentino di Non Una Di Meno-1

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Una nostra compagna ricorda Lidia Menapace

Cara Lidia, questa maledetta pandemia ha preso anche te. Ti ha presa dopo una vita vissuta “dalla parte del torto”, in tutti i conflitti di questi anni belli e difficili.
Non ti sarebbe piaciuta la retorica militarista che ha applicato alla pandemia , e a te, la categoria della battaglia, della guerra, combattuta, vinta o persa. Ti sarebbe piaciuta invece la parola “resistenza”. Alla malattia hai opposto resistenza. A quella contro il nazifascismo avevi partecipato attivamente, fino a quella repubblica dell’Ossola che fu, anche se di breve durata, uno dei momenti più alti, perché in quei 40 giorni furono elaborati quei principi che poi sarebbero stati alla base della Costituzione.
Ti piaceva anche la parola “conflitto”. Il conflitto lo avevi vissuto nelle varie forme in cui si è presentato. Conflitto di classe, conflitto fra i sessi. Conflitti che ritenevi necessario gestire non con la prospettiva di eliminare l’avversario, ma nemmeno di cercare una conciliazione con la retorica della “buona volontà”. I conflitti si affrontano e si superano trovando collettivamente la forza per sconfiggere la sopraffazione, lo sfruttamento.
Tu non hai perso una guerra e nemmeno una battaglia. La tua morte non segna la fine di qualcosa. Quello che rimane non è soltanto un ricordo. Se è vero che ci mancherai, è ancora più vero che vivrai nel ricordo di tante donne, da quelle che ti hanno conosciuto a quelle che ti hanno solo sentita citare. Il tuo essere femminista non era una definizione formale. Era la parola che indicava una scelta di campo, un posizionamento, che poteva tenere insieme tutte le donne che guardano il mondo e affrontano i conflitti con uno sguardo di genere.
Addio Lidia. Che la terra ti sia lieve
Una compagna

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Il quarto: la sede di USB Firenze

????DA #FIRENZE VERSO IL 25N????
✊????Contro la violenza domestica e ogni forma di violenza maschile sulle donne!
???? Da #Firenze lanciamo la settimana di mobilitazione verso il #25N con una serie di video di fronte ai luoghi della nostra oppressione
???? Il quarto: la sede di USB Firenze
ll patriarcato è il sistema sociale in cui gli uomini detengono principalmente il potere e predominano in ruoli di leadership politica, autorità morale, privilegio sociale e controllo della proprietà privata. La società è intrisa di logiche patriarcali e sessisti. Anche spazi che si dicono safe e all’infuori di questo sistema, in realtà lo sono solo a parole.
Uno di questi spazi che è femminista solo di facciata è l’Usb di Firenze.
Usb Firenze è uno di quegli spazi che preso atto di una violenza dovrebbe basarsi sul principio sorella io ti credo, ma così non è stato.
Ogni anno sono migliaia gli episodi di molestie e violenza che noi donne subiamo sui luoghi di lavoro, episodi compiuti da un collega, da un padrone, da un uomo. Un uomo che si sente legittimato a molestare e/o violentare, in quanto conscio del fatto che a noi donne il lavoro anche se sfruttato, sottopagato, in nero, purtroppo SERVE. Ci troviamo in una società che costringe le a scegliere tra il tenersi un lavoro e il denunciare una violenza. E una società che fa così è una società terribile, una società che ha scelto come suo pilastro la violenza patriarcale. Una situazione che sconvolge ancora di più quando si presenta all’interno di quello che dovrebbe essere uno spazio sicuro come quello dell’Usb Firenze. Se da una parte Usb è sempre stata dalla parte dei lavoratori, dall’altra di fronte ad una violenza, avvenuta all’interno dei suoi spazi, non ha esitato a passare dalla parte dei carnefici. Usb ha deciso di non affrontare quella che è a tutti gli effetti una molestia sul luogo di lavoro.
Se siamo qui di fronte alla sede dell’Usb firenze, è proprio perché non abbia paura di parlare di tale violenza, non abbiamo paura di dire che anche determinati spazi di sinistra hanno bisogno di percorsi e formazione femminista. Non abbiamo paura di dire che anche se di sinistra non siete immuni da logiche patriarcali. e’ arrivato il momento di costruire anticorpi politici, che siano una risposta reale e collettiva a tutto ciò. E’ arrivato il momento di riconoscere e denunciare la violenza patriarcale in ogni sua forma e in ogni suo luogo; è arrivato il momento di agire collettivamente per costruire una società più giusta, una società transfemminista.
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L’ultimo luogo: Medusa!

Ancora qualche luogo della nostra depressione , il 25 novembre non è alle nostre spalle
????DA #FIRENZE VERSO IL 25N????
✊????Contro la violenza domestica e ogni forma di violenza maschile sulle donne! ????
Da #Firenze lanciamo la settimana di mobilitazione verso il #25N con una serie di video di
fronte ai luoghi della nostra oppressione
???? L’ultimo luogo: Medusa!
A chi osa guardarmi negli occhi rispondo che
Io sono Medusa
Io sono le donne che chiamate mostro, stuprate e uccidete
Io sono una delle donne che ogni 2 giorni vengono ammazzate
in questo paese
Perseo e Stato patriarcale ascoltatemi bene
Avete potuto violentarmi
Avete potuto mutilarmi
Avete potuto farmi sparire
Avete potuto ammazzarmi
La mia testa e il mio corpo lo avete appeso
A centinaia di migliaia di croci rosse
Ma io, che sono seme
Io che sono senza paura
Io che sono pietra vulcanica
Ti do la mia parola
Non ci sarà dittatura
Non ci sarà esercito
Non ci sarà forza
Capace di imbavagliare il mio grido
Io che sono Medusa
Io che sono amazzone
Io che sono una sensibile guerriera
ti avviso che i miei serpenti e le mie compagne vi stanno venendo a prendere
Se mi fermo io si ferma il mondo!
Non una Di Meno!
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