Di fronte alla violenza non servono i minuti di silenzio, bisogna fare più rumore, essere più visibili, più presenti”. Per questo come movimento Non una di meno Firenze, dopo il femminicidio di Giulia Cecchettin abbiamo deciso di ritrovarci per un corteo in cui si abbiamo deciso di farci sentire e di fare rumore con tamburi, strumenti, perfino pentole. Per farsi sentire la nostra rabbia, la nostra voce e per essere noi il grido altissimo e feroce di tutte quelle donne che purtroppo voce non hanno più.
È il momento di farsi sentire, anche sulle politiche messe in campo: “Non serve come fa il governo invocare repressione e sanzioni o un’ora di educazione all’affettività a scuola: i fatti di Palermo e Caivano dimostrano che non serve, Chiediamo una reale politica di prevenzione, educazione continuativa, un reale rifinanziamento e riqualificazione dei centri anti violenza, chiediamo di applicare davvero la convenzione di Istanbul, chiediamo tutto questo e molto di più.
La piazza che si è creata, è stata un momento di autodeterminazione e affermazione politica necessario in un momento in cui le donne e le persone LGBTIAQ+ continuano a morire di morte violenta, in casa, in strada, sui posti di lavoro. Non è il momento dei proclami, è il momento di ascoltare e operare ognun3 secondo le proprie responsabilità istituzionali e politiche nelle sedi deputate a farlo. Tutto l’anno, non solo nel momento di un caso mediatico.
Per Giulia e per tuttə non un minuto di silenzio, ma distruggiamo tutto.