In piazza per Giulia, per tutt*

 

 

 

Di fronte alla violenza non servono i minuti di silenzio, bisogna fare più rumore, essere più visibili, più presenti”. Per questo come movimento Non una di meno Firenze,  dopo il femminicidio  di Giulia Cecchettin abbiamo deciso di ritrovarci per un corteo  in cui si abbiamo deciso di farci sentire e di fare rumore con tamburi, strumenti, perfino pentole. Per farsi sentire la nostra rabbia, la nostra voce e per essere noi il grido altissimo e feroce di tutte quelle donne che purtroppo voce non hanno più.

È il momento di farsi sentire, anche sulle politiche messe in campo: “Non serve come fa il governo invocare repressione e sanzioni o un’ora di educazione all’affettività a scuola: i fatti di Palermo e Caivano dimostrano che non serve, Chiediamo una reale politica di prevenzione, educazione continuativa, un reale rifinanziamento e riqualificazione dei centri anti violenza, chiediamo di applicare davvero la convenzione di Istanbul, chiediamo tutto questo e molto di più.

La piazza che si è creata, è stata un momento di autodeterminazione e affermazione politica necessario in un momento in cui le donne e le persone LGBTIAQ+ continuano a morire di morte violenta, in casa, in strada, sui posti di lavoro. Non è il momento dei proclami, è il momento di ascoltare e operare ognun3 secondo le proprie responsabilità istituzionali e politiche nelle sedi deputate a farlo. Tutto l’anno, non solo nel momento di un caso mediatico.

Non ci interessano passerelle elettorali nè promesse. Non ci bastano le panchine rosse, nè tantomeno i proclami. Ricordiamo molto bene quando il 9 marzo 2022 il Comune ha avallato la rimozione col flessibile di lucchetti e panuelos contro i femminicidi in Piazza SS Annunziata. O quando il Consiglio Regionale ha approvato lo stanziamento di 200.000 euro ai pro-life. O come gli spazi e le voci antagoniste di questa città vengono silenziate, sgomberate, massacrate ogni giorno. A Firenze risorse e investimenti nel settore dell’anti-violenza sono del tutto insufficienti, e solo qualche mese fa la Rettrice dell’Università negava gli spazi per un’assemblea nazionale sul tema della violenza e i femmicidi, circondata dal silenzio assordante delle istituzioni di questa città.
La piazza, e la risposta femminista alla violenza patriarcale viene dal basso, non ha bandiere, né fiducia nelle istituzioni. Pretendiamo un cambiamento radicale. Quando le istituzioni di questa città e di questo Paese si impegneranno in una risposta reale e strutturale al fenomeno della violenza, sarà rispondere al proprio dovere, e in ogni caso con un ritardo imperdonabile.

❤️ Per Giulia e per tuttə non un minuto di silenzio, ma distruggiamo tutto.

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