CONTRO LE DISCRIMINAZIONI DI STATO (#moltopiùdizan)

Dopo l’affosamento del ddl Zan abbiamo deciso di scendere in piazza perchè ESISTIAMO e RESISTIAMO.Mentre loro applaudono alla miseria della politica, noi sovvertiamo il mondo ogni giorno.

Riportiamo qui sotto il nostro intervento:

Nonostante i giochi di potere parlamentari, nonostante i continui tentantivi da parte di questa classe di difendere i loro privilegi; ci ritroviamo tutte tutti e tuttu qui in questa piazza per rivendicare la nostra favolosità, per rivendicare i nostri corpi non conformi, le nostre vite impreviste, i nostri desideri come mezzo di autodeterminazione.

Esiste uno scollamento radicale tra la quotidianità delle nostre vite e un’intero sistema istituzionale cieco, sordo e feroce. Attraverso i nostri corpi rivendichiamo le nostre esistenze. Il mondo su cui il Senato a fatto precipitare la tagliola è già qua: esiste, resiste, è furioso.

Siamo qui anche quando quelli richiusi nei loro palazzi esultano per aver affosato una legge che per quanto monca era comunque necessaria per parlare di parità di diritti e di reale lotta alle discriminazioni.

Il DDL Zan non risolve la violenza quotidiana che donne lesbiche, queer, persone gay e trans vivono. Non risolve una cultura fondata sull’abuso, sullo stupro e sulla cancellazione delle vite di chi non corrisponde al canone della cittadanza, bianco, abile, cis, eterosessuale. Allo stesso tempo, il DDL Zan è un simbolo di un discorso politico giocato sulla nostra pelle. L’atto di bloccarlo, è giocato sulla nostra pelle. La volgarità dei discorsi in aula, la loro ferocia, si gioca sulla nostra pelle. E noi di questa pelle ne facciamo rivoluzione. Quando la politica impone il silenzio, a quel punto come una marea ci riprendiamo tutto

Come movimento transfemminista Non Una di Meno abbiamo sempre sostenuto che il DDL Zan era sì necessario ma non sufficiente, perché, e le piazze piene di giovanissime e giovanissimi degli ultimi giorni lo dimostrano, vogliamo #moltopiùdiZan! 

Come transfemministe, soggettività lgbtqia+, queer e non binary vorremmo tranquillizzare i parlamentari che esultavano due giorni fa: state sereni, non sarà di certo l’affossamento di una legge a fermare la nostra rabbia e la nostra lotta! 

Vogliamo #moltopiùdiZan perché Sappiamo bene che non bastano pene più severe se le premesse della violenza che subiamo ogni giorno restano immutate: il diritto penale e il carcere non risolvono problemi di natura prima di tutto sociale e culturale.

Vogliamo e volevamo #moltopiùdiZan perché rivendichiamo misure di contrasto alle discriminazioni e all’esclusione dai luoghi di lavoro, l’educazione sessuale e all’affettività nelle scuole di ogni ordine e grado, vogliamo spazi sicuri e fuori dalle dinamiche patriarcali, vogliamo il pieno riconoscimento della genitorialità per tutt*.

Urliamo #moltopiùdiZan perché reclamiamo il rifinanziamento strutturale di consultori e centri antiviolenza, pubblici e autogestiti, per le donne e per le persone LGBT*QIAP+, vogliamo più case rifugio, perché per uscire dalla violenza abbiamo bisogno di spazio, dentro e fuori casa, oltre il decoro, oltre l’isolamento in cui vorrebbero confinarci. 

Vogliamo e volevamo #moltopiùdiZan perché vogliamo la fine della rettificazione genitale alla nascita per le persone intersex, la piena depatologizzazione dei percorsi di transizione e una riforma della legge 164/1982, una legge che vieti le cosiddette “terapie di riconversione”. 

Non cascheremo nella solita favoletta patriarcale che punta a dividere donne cis da donne trans, donne per male e donne per bene, corpi che meritano di esistere e di vivere una vita degna e corpi che semplicemente non esistono, non sono visti e riconosciuti. 

Alle vergognose scene viste in Parlamento rispondiamo che la marea transfemminista si sta rialzando, verso il Corteo Nazionale contro la violenza maschile sulle donne e la violenza di genere, perché nessuna resti indietro, riprendiamoci tutto!

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