Il 2 giugno eravamo a Coltano insieme ad altre 10 mila persone non per dire che non vogliamo basi militari vicino a casa nostra ma per dire che non vogliamo basi militari punto. I nostri territori hanno bisogno di altro e quei fondi, invece che sprecarli per soddisfare l’arma, devono essere investiti in sanità, istruzione, centri antiviolenza e moltissime altre cose reali e concrete.
Ma non nella guerra.
I nostri corpi e la terra che ci ospita non sono in vendita o alla mercè del più forte e la retorica bellicista sui corpi delle sorelle russe e ucraine non ci trae in inganno.


Noi vogliamo case, scuole ed ospedali
